Un dislivello che non perdona
E' la salita simbolo del Giro dell'Appennino e non solo. Salendo dalla sponda ligure, il Giro dell'Appennino l'ha affronata da entrambi i versanti: il classico da Campomorone, e quello da Cravasco.
Il versante di Campomone
Il Giro dell'Appennino, ad eccezzione del 2014, l'ha sempre affrontata dal versente di Campomorone, quello più impegnativo, quello che ha fatto la storia della corsa, dove il dislivello da colmare è di soli 637 metri ma sono pochi anche i chilometri da affrontare.
La pendenza media è dell'8% scarso, ma distribuita in modo non omogeneo.
C'è un primo strappo (anche 19%) fino a Langasco (km 2.5 - Alt 319 slm) dove la strada addolcisce le pendenze per riprendere ad impennarsi fino a Pietralavezzara (km 5 - Alt 509 slm) con punte che raggiungono 18%.
In questa seconda località si può rifiatare prima di affrontare gli ultimi strappi al 9% circa di pendenza media.
Il versante di Cravasco
Affrontato solo nell'edizione del 2014, in occasione del , ha un disvivello complessivo di 577 metri per una lunghezza totale di 7800 metri.
Idealmente è suddivisa in due parti; la prima che da Isoverde porta al paese di Cravasco, se si esclude un breve tratto al 15%, sale in maneira costante con una pendenza che si aggira sull'8,5%; prima di uscire dall'abitato (Km. 3) per un breve tratto la strada, si impenna in maniera decisa sino ad arrivare al 18%, per poi ritornare a salite con pendenze più regolari (6%). La prima si conclude con un breve tratto in discesa che porta sull'ultima parte della tracciato del versante classico.